L’allattamento materno: ideologia gender e scienza

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L’allattamento al seno materno non è propriamente un tema bioetico, se non in senso molto lato. Lo è però diventato in seguito alla possibilità per due uomini, in alcuni paesi del mondo

(molto pochi, nel complesso, per la verità) di ricorrere al cosidetto “matrimonio gay“, e quindi anche alla produzione di bambini via fecondazione artificiale o PMA.

In Italia la polemica si è sviluppata soprattutto nel febbraio 2016, quando un vescovo cattolico italiano, rivolgendosi al cantante Elton John, che ha avuto due figli tramite utero in affitto, ha detto: “Un bambino quando nasce cerca il seno materno, non la tastiera del pianoforte di Elton John“.

Il celebre cantante gay inglese, infatti, aveva raccontato di aver subito sottratto il bambino, appena nato, alla madre gestazionale, per evitare che, causa allattamento, il legame del neonato con la madre potesse rafforzarsi.

Una riflessione bioetica (“è giusto o meno che un bambino venga privato, pur potendo riceverlo, dell’allattamento materno?“), non può che partire dal dato oggettivo: cosa è l’allattamento?

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Oggi l’allattamento materno è consigliato, favorito e incentivato in ogni modo, prima nei corsi pre-parto, poi all’ospedale, per due motivi, uno di tipo fisico, biologico, e uno di tipo spirituale.

Il latte materno, infatti, è il nutrimento più ricco e migliore per il bambino, e contiene non solo i nutrienti necessari per la sua crescita, ma anche anticorpi, ormoni materni, e sostanze in genere che fortificano il sistema immunitario; inoltre l’allattamento è un momento di contatto anche psicologico tra il bambino (che lo cerca “per riflesso naturale“) e la madre che prosegue, in altro modo, quello più forte e totalizzante presente in precedenza, durante la gravidanza.

Di seguito una pagina tratta da Carlo Flamigni (ginecologo dell’Università di Bologna, Avere un bambino, Mondadori, Milano, 2002):

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Il bambino che esce dal grembo materno, infatti, vive una separazione brusca (ma necessaria), che oggi è resa sempre più breve e indolore, perché invece di tenere il bambino in una culla, lontano dalla puerpera, come si faceva in passato, egli viene subito appoggiato sul petto materno: infatti riconosce odore, battito del cuore ecc. della madre, e questo lo rasserena e lo rassicura. Così il bambino, nel momento in cui ciuccia il latte dal seno materno, prova un duplice piacere: perché oltre a mangiare e nutrirsi al meglio, sta ancora con la sua mamma e viene da lei introdotto, gradualmente, nel mondo.

Vediamo cosa è scritto in un depliant del Ministero della Salute italiano: “Allattare al seno è prima di tutto un gesto d’amore. E’ il modo più naturale per continuare quel rapporto speciale e unico che si è creato tra te e tuo figlio durante la gravidanza. E’ un momento ricco di emozioni, che crea un legame intenso, aiutando te e il tuo piccolo a conoscervi e a crescere. Il tuo latte è il migliore alimento per il tuo bambino: lo nutre in modo completo e lo protegge da molte malattie e infezioni… Il latte materno è pratico, semplice, in una parola perfetto“.

Tornando al dilemma bioetico (“è giusto sottrarre il bambino all’allattamento materno?”), la risposta dell’ideologia gendert è sì, ma quella del diritto naturale e della scienza è un no categorico.

Vedi anche:

http://www.filosofiaescienza.it/lutero-in-affitto/#more-418

 

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