Platone e la matematica

Platone

La scoperta platonica delle idee trova un’applicazione rilevantissima nello sviluppo delle conoscenze matematiche e geometriche. L’uomo scopre le forme pure degli oggetti e la relativa possibilità di rapporti e costruzioni perfetti. Accanto ad un oggetto che ha la forma di triangolo appare evidente l’esistenza in sè della forma del triangolo e di tutte le leggi che la determinano. L’esistenza dell’idea diventa più evidente e più identificabile. La matematica dunque non introduce una novità assoluta, ma offre una notevole riprova alla dottrina delle idee. L’uomo perciò si conferma un essere in relazione con il sopransensibile, cioè con l’immutabile e l’eterno.

E’ necessario qui considerare la ripresa che questa tematica ha avuto parecchi secoli dopo Euclide. L’epoca moderna è stata infatti caratterizzata dalla scoperta della corrispondenza tra le leggi matematiche e quelle della realtà fisica. Uno dei primi a sorprendere questa curiosa corrispondenza fu Galileo Galilei, considerato l’iniziatore della ‘rivoluzione scientifica’. Egli arrivò a coniare la celebre sentenza:

 La matematica è l’alfabeto col quale Dio ha scritto l’universo.

Di seguito Platone e l’astronomia, la matematica e la geometria, in Matteo Graziola, Etica dell’essere, Vol.I, Grafimage, Milano, 2013:

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